16 May 2014
A rilanciare il dibattito il desiderio della Confederazione di ridefinire gli obbiettivi che concernono la conservazione del paesaggio.
Giornale del Popolo - (Switzerland) [Feature]
La Confederazione intende ridefinire gli obiettivi che concernono la conservazione del paesaggio di importanza nazionale e le organizzazioni attive nella salvaguardia della natura si dicono d'accordo. Esse sanno tuttavia che natura e protezione del patrimonio saranno sottoposte a una crescente pressione, dovuta al bisogno di fonti energetiche.
Il Dipartimento federale dell'ambiente aveva posto in consultazione fino ad oggi una rivisitazione dell'Inventario federale dei paesaggi, siti e monumenti naturali d'importanza nazionale (IFP), comprendente attualmente 162 oggetti, tutti unici nel loro genere e quindi degni di protezione. L'Inventario è entrato in vigore a tappe, tra il 1978 e il 1988, ma aveva bisogno di una verifica.
Nel 2003, la Commissione della gestione del Consiglio nazionale aveva rimarcato alcuni limiti dell'IFP e l'Ufficio federale dell'ambiente aveva formulato obiettivi di protezione specifici per ognuno dei vari siti. Vi sono infatti paesaggi unici che si contraddistinguono per la loro bellezza o particolarità (tra gli altri vi figura la Val Verzasca), i paesaggi tipici (paesaggi antropici prossimi allo stato naturale), come ad esempio lo Chasseral (BE), il Giura argoviese o la regione di Belchen-Passwang (SO/BL). Vi sono poi gli ampi paesaggi ricreativi, come l'Alta Engadina (GR) o l'Emmental (BE).
Le organizzazione di protezione dell'ambiente accolgono con favore la revisione dell'Inventario, che rappresenta "un netto miglioramento rispetto alla attuale versione rudimentale", dichiara Pro Natura. Per Helvetia Nostra "è urgente una migliore protezione, poiché cave e parchi eolici rappresentano da anni una grave minaccia alla protezione del paesaggio".
I siti protetti sono oggi sotto pressione e lo saranno sempre più, visto che il Consiglio federale, con la sua Strategia energetica 2050, ha optato per la transizione, ossia l'abbandono del nucleare e lo sviluppo di energie alternative, quali l'idraulica, eolica e solare.
Secondo tale strategia, anche gli impianti per produrre energia possono venir considerati "di importanza nazionale" e ciò permette di andare oltre l'Inventario dei paesaggi. Per i produttori di energia non vi è dubbio che i loro interessi andranno sempre più a cozzare con quelli dei difensori del patrimonio naturalistico. "Se l'inventario sarà adottato così come è, sarà difficile se non impossibile mettere in atto la strategia energetica", sottolinea l'Associazione svizzera per la gestione delle acque. Stessa anali da parte dell'Associazione delle aziende elettriche, la quale chiede che anche sui siti protetti si possa produrre energia, sebbene "in modo rispettoso".
I responsabili delle centrali elettriche si affidano al parlamento. Il Partito borghese democratico ha infatti depositato una mozione in cui chiede che la costruzione di centrali sui siti protetti venga facilitata. Le commissioni dell'ambiente delle Camere hanno inoltre detto di sì a un'iniziativa parlamentare del "senatore" Joachim Eder (PLR/ZG), che chiede di limitare i poteri della Commissione per la protezione della natura e del paesaggio.
In parlamento tuttavia sarà battaglia. Contro l'allentamento della legge sulla protezione della natura e del paesaggio va sorgendo una resistenza. Diverse organizzazioni, tra cui Heimatschutz Svizzera, hanno costituito lo scorso anno un'alleanza, che progetta già di lanciare il referendum. La Fondazione svizzera per la tutela del paesaggio (FP) va oltre e afferma: "Stiamo preparando il lancio di un'iniziativa popolare".
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